domenica 27 settembre 2009
domenica 20 settembre 2009
Contro Farouk Hosni all'UNESCO.
PIERLUIGI BATTISTA, Corriere della Sera, 9 Settembre
Sullo stato della giustizia in Basilicata.
Annunziata Cazzetta (Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Matera) indaga su Luigi De Magistris (all'epoca Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro) che indaga su Giuseppe Chieco (Procuratore Capo della Repubblica presso il Tribunale di Matera).
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venerdì 11 settembre 2009
Io non ci sto! Resistere, resistere, resistere!
Così disse Oscar Luigi Scalfaro nel 1993 in un messaggio a reti unificate. Precisamente disse "A questo gioco al massacro io non ci sto".
"Ai guasti di un pericoloso sgretolamento della volontà generale, al naufragio della coscienza civica nella perdita del senso del diritto, ultimo, estremo baluardo della questione morale, è dovere della collettività resistere, resistere, resistere come su una irrinunciabile linea del Piave". Era il 2002 e così Francesco Saverio Borrelli chiudeva la relazione in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario.
E' questo l'atteggiamento che spero abbiano i lucani nei confronti della sanità che li costringe ad emigrare.
Mi chiedo perchè mio padre debba essere costretto ad essere operato all'Istituto Nazionale Tumori di Milano invece che al San Carlo di Potenza o al CROB di Rionero in Vulture.
Correttamente la Regione Basilicata invita le donne a controlli mammografici e gli uomini a controllare il colon. Si chiama prevenzione. E perchè poi alla prevenzione non deve seguire una corretta cura?
In questi due anni al San Carlo una volta hanno perso i referti, una volta si sono dimenticati che dovevano fare una colonscopia. "Professore, cosa ci fa lei quì?" Forse voglio sapere quando mi fate questo benedetto esame?
Ma non sono gli unici casi. Perchè un mio amico mi deve scrivere, andando a trovare la madre ricoverata: "Tutte a me capitano. Ho trovato mamma viola e tutta tremantee vuoi sapere perchè? Perchè le hanno tolto la mascherina dell'ossigeno e messo gli occhialini per farla mangiare e nessuno si è accorto che il filo era staccato dall'erogatore dell'ossigeno. Cose da pazzi"?
Perchè il medico che la riceve al Pronto Soccorso non si deve segnare a quale antibiotico è allergica? Perchè le danno proprio quell'antibiotico e deve essere il figlio -per caso- ad accorgersene?
Il CROB di Rionero, come l'Istituto Tumori di Milano è un IRCCS. Il San Carlo di Potenza è stato uno dei primi nel centro Sud ad avere l'elisoccorso. Ora anche attrezzato per il volo notturno. Eppure il 118, con entusiasmo chiamato Basilicata Soccorso, non è dislocato sul territorio. Siamo ben lontani dal 118 piemontese che viene portato a modello per come si organizza il servizio di emergenza urgenza sul territorio. Le ambulanze partono da Potenza! Che in un territorio montuoso e dai collegamenti non certo eccellenti significa perdita di tempo.
Ed io allora non ci sto! Non ci sto a che la politica metta le mani sulla sanità lucana solo per il proprio tornaconto personale. Non ci sto, non lo tollero questo stato di cose. Invito i lucani a resistere resistere resistere. Sono loro a doverne chiedere conto a quelli che hanno votato.
giovedì 10 settembre 2009
Ora di religione.
La proposta è sempre la stessa: farla diventare ora di storia delle religioni.
Da cattolico sono contrario all'insegnamento del Catechismo a scuola. Non lo trovo luogo adatto. Eppure non posso fare a meno di far notare che:
l'ora di religione è precisamente ora di IRC, ovvero Insegnamento Religione Cattolica. Per quale motivo dovrebbe essere ora di storia?
E' il Concordato sottoscritto fra Stato e Chiesa a prevederlo. Come prevede che l'insegnante sia scelto dal Vescovo e non dalla scuola. Così è. Piaccia o non piaccia. E fino a quando sarà in vigore questo Concordato queste sono le regole e vanno rispettate.
lunedì 7 settembre 2009
Uh ah ah ah
(AGR) - Giudizio positivo sul Contratto di servizio che la Regione Basilicata si appresta a sottoscrivere con Trenitalia, ma resta ancora da sciogliere il nodo degli investimenti dello Stato per migliorare la qualità dei trasporti in Basilicata.
E’ quanto ribadito questa mattina dal presidente della Regione, Vito De Filippo, durante il collegamento in videoconferenza nell’ambito della “Giornata del Trasporto Ferroviario Regionale”, organizzata da Ferrovie dello Stato alla presenza del ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Altero Matteoli.
“Il Contratto di servizio – ha affermato De Filippo – ha aperto una nuova e costruttiva relazione con Trenitalia, per contribuire a dare servizi di qualità ai cittadini lucani con la previsione di penali e il rinnovamento totale del parco rotabile, attraverso l’acquisto di nuove vetture e la ristrutturazione dei mezzi in dotazione.
Con una corsa istituita per ora solo su gomma, i lucani – ha detto De Filippo – sono in condizione di raggiungere Napoli e utilizzare l’Alta Velocità in coincidenza con la “Freccia Rossa”; l’aggiunta di due treni veloci, inoltre, potenzia la linea Potenza-Foggia e incrementa il collegamento con la direttrice adriatica. E’ già qualcosa ma non è sufficiente per rompere lo storico isolamento della Basilicata”.
De Filippo ha sollecitato al ministro Matteoli il completamento della Matera-Altamura e della Ferrandina-Matera e l’adeguamento della linea Potenza-Foggia. “La Regione – ha rimarcato il presidente - considera il tema trasporti essenziale per il suo futuro e lo sostiene con consistenti risorse rivenienti da fondi propri e dal Par-Fas. Già nel 1902 la carenza infrastrutturale della Basilicata fu segnalata dall’allora presidente del Consiglio Zanardelli. E’ dovere dello Stato e degli amministratori locali affrontare e risolvere l’annosa questione”.
sabato 5 settembre 2009
Fuga anticipata delle rondini tradite dal clima impazzito
MILANO - A settembre, in un tempo che ormai ci pare lontano, era normale vedere i preparativi che le rondini facevano in previsione del lungo viaggio che le avrebbe riportate in Africa a svernare. C’era il richiamo e l’addestramento al loro primo viaggio dei nuovi nati; c’era il riunirsi in stormi vieppiù consistenti. I raduni premigratori, li chiamavano gli esperti. Ma, a parte questi, chi ancora s’accorge, e forse addirittura ha nostalgia, dell’immagine bella di quell’affollarsi di rondini una volta consueta e ormai così rara? Quante sono, al giorno d’oggi, le persone che, per sensibilità e soprattutto per l’esperienza acquisita in tempi lontani, sa ancora percepire e leggere i tanti piccoli segni — segni spesso d’allarme — che l’ambiente costantemente ci invia?
In molte zone del nostro Paese sono, per esempio, scomparsi gli usignoli. Era una gioia sentirne il canto notturno bello e toccante. E chi ancora ha memoria dei concerti, pure notturni, dei grilli, o di quelli diurni delle cicale? Eppure i segnali sono, o almeno sarebbero, chiari e forti, e proprio le rondini, al proposito, avrebbero molto da raccontarci. Perché loro sono animali straordinariamente specializzati. Anche se il declino di questi un po’ magici uccelli è iniziato ormai da molto tempo (e la Lipu, la lega italiana protezione uccelli, non ha mai smesso di allertarci) credo che tutti sappiano che le rondini si nutrono volando, tenendo il loro grande becco — una trappola naturale — ben spalancato. Ebbene, se gli insetticidi hanno fatto fuori la maggior parte degli insetti volanti, oppure, quelli rimasti, li hanno resi velenosi, per le rondini c’è ben poco da fare. E lo stesso può dirsi per le loro notturne controfigure, i pipistrelli. Le rondini, ho scritto prima, sono animali specialisti: hanno cioè messo a punto, nei tempi lunghi della loro evoluzione, un raffinato, talora pressoché perfetto, modo di stare al mondo, adattandosi a un tipo di ambiente prevedibile e stabile. E ho scritto «i tempi lunghi della loro evoluzione», perché si tratta di evoluzione biologica, un processo che appunto è sempre lentissimo.
Ma ecco allora dove sta il problema: ebbene, il problema sta in noi, in noi Homo sapiens, una specie che, piuttosto straordinariamente, è in grado di cambiare il suo comportamento non per evoluzione biologica, ma culturale. Il che significa, tra l’altro, il saper determinare — e sempre più col passare del tempo — anche repentini cambiamenti ambientali. Così i cosiddetti ambienti stabili e prevedibili, essenziali per l’evolversi degli specialismi biologici, la smettono di essere tali. E gli animali specialisti, come le rondini e i pipistrelli, se ne vanno decisamente in crisi. È la biologia, in parole povere, che non tiene il passo, sempre più rapido della nostra, spesso sconsiderata, evoluzione culturale. Ecco allora che questo nostro tempo, che poi è tempo di crisi ecologica, segna il trionfo di quelle specie che sono l’opposto degli specialisti, e cioè gli animali detti generalisti. Sono specie adattate a vivere in ambienti instabili e pertanto scarsamente prevedibili oppure, addirittura, a vivere la vita avventurosa degli animali colonizzatori. Specie, insomma, che in un modo o nell’altro se la cavano sempre. Furbe e opportuniste, con poche regole scritte nel loro Dna e invece con raffinate capacità di apprendimento. Specie che, un po’ eufemisticamente, vengono denominate «problematiche», quali i topi e i ratti, i colombi, gli scarafaggi, anche i cinghiali, in un certo senso. Ebbene, queste specie, generalmente, occupano gli spazi lasciati liberi dagli specialisti sconfitti banalizzando così i differenti ambienti, un tempo ricchi dei cosiddetti «endemismi». Forme cioè che si trovavano, rendendoli l’uno dall’altro unici, ciascuna in un ambiente particolare. Adatte ad esso e ad esso soltanto.
C’è, infine, un altro segnale che l’ambiente ci manda: la presenza di tantissime specie esotiche, installatesi perché sfuggite alla cattività o, peggio ancora, perché rilasciate per scopi venatori o di pesca. Che ci fanno, per esempio, i variopinti pappagalli che volano tra le palme di Palermo, di Genova, di Roma e di altre nostre città? E che ci fa nei nostri maggiori corsi d’acqua il siluro del Danubio, un gigantesco pesce-gatto? Ecco allora che, in questi casi, peraltro assai frequenti, la banalizzazione addirittura si internazionalizza e noi possiamo parlare, a pieno titolo, di globalizzazione zoologica.
Danilo Mainardi, Corriere della Sera04 settembre 2009
NOTA A MARGINE.