Lucania: triste, indolente y
final
Verrebbe da abbandonarla
questa Lucania. Questi Lucani pigri, indolenti, accattoni, infingardi, schiavi
di un qualche privilegio, foss'anche quello di anticipare una visita
specialistica di quindici giorni e, per quello, pronti a sostenere una classe
politica inetta, pigra, indolente, infingarda, schiava del potere che le
consente un accesso al denaro facile, senza
lavoro, senza controllo, senza ritegno.
Verrebbe da lasciare questa
terra scuotendo la polvere dai sandali, se non avessimo qui affetti, storia e
cuore. La retorica della gente umile, lavoratrice e onesta, continua stancamente
a mulinare nell'aria immobile dei contadini che seminavano a novembre per
raccogliere a giugno ed hanno sostituito questa (già lenta) pratica con il
set-a-side: non seminano nemmeno e, a giugno, raccolgono l'elemosina dell'Europa
che li trasforma da contadini pigri in accattoni nullafacenti. I borghesi, poi,
quelli che qualche lume d'intelletto dovrebbero averlo, si guardano bene
dall'azzardare la formulazione d'idee o progetti, una qualche attività
illuminata e costruttiva del domani. Emergono solo i più pigri, i più indolenti,
i più infingardi, i più inetti; coloro che aggiungono a tali eccellenze la
destrezza e la furbizia. Questi sono la
classe dirigente, coloro che dirigono la nave Lucana negli sprofondi di ogni
classifica di merito e sulla cresta di tutte le elencazioni di disvalore
sociale, economico e culturale.
É accertato che il vertice della Procura Generale
presso la Corte d'Appello di Potenza, Vincenzo Tufano, Modestino Roca, Gaetano
Bonomi (ed una imprecisabile schiera di funzionari apicali delle forze
dell'ordine) meritano una richiesta di rinvio a giudizio per associazione per
delinquere finalizzata alla costituzione di una setta
segreta.
É acclarato che ad
un Sostituto Procuratore presso la Procura della Repubblica di Matera,
Annunziata Cazzetta, viene consentito per anni di occuparsi (quasi in regime di
monopolio) di decine di procedimenti penali a carico di un giornalista dopo
averlo ripetutamente querelato. Salvo poi condannare la sventurata alla censura
mitigata dall'attenuante (falsa) di aver tenuto un solo procedimento! E
Annunziata Cazzetta continua a restare a Matera, monito per quanti volessero
illudersi che ai magistrati infedeli possa capitare un qualche
dispiacere.
É proprio vero che un politico di alto profilo,
Bubbico Filippo (architetto), intascava il 75% delle progettazioni finanziate da
fondi europei per la realizzazione di impianti di gelsibachicoltura (anche
questi finanziati per miliardi di lire) presso le aziende agricole di suo padre,
di suo suocero e di altri cittadini italiani che non hanno prodotto un solo filo
di seta.
É emerso dagli atti giudiziari che il Procuratore
Capo presso la Procura della Repubblica di Matera, Celestina Gravina, ha
nascosto una querela per calunnia contro Emilio Nicola Buccico infilandola in un
procedimento penale che era già avviato all'archiviazione (ben prima che la
querela fosse depositata) e, non contenta, ha trasmesso l'opposizione a quella
stessa archiviazione solo dopo che il giudice aveva assunto la decisione di
archiviare. Un episodio di favoreggiamento spudorato e
gravissimo.
Sono agli atti del
Consiglio dei Ministri del 13 novembre 2003, le dichiarazioni virgolettate del
Ministro Altero Matteoli e del Sottosegretario Gianni Letta, in cui Filippo
Bubbico viene indicato come consenziente (ma non entusiasta) della scelta di
ubicare a Scanzano il Deposito Unico delle scorie nucleari Italiane. Bubbico, in
difesa del suo onore violato, ha querelato il Ministro Carlo Amedeo Giovanardi
ed i giornalisti che quel verbale resero pubblico. Come se avesse un onorabilità
da difendere uno che strozza l'agronomo pretendendo il “ritorno” del 75% del suo
fatturato! Ma in Italia, questi signori li fanno vice-ministri agli interni,
così che possano industriarsi con dovizia di mezzi nell'affinamento delle
qualità già mostrate.
É sotto gli occhi di tutti il villaggio
“Marinagri”, finanziato con decine di milioni di euro di soldi pubblici e
costruito nell'alveo di piena del fiume Agri. Occorre aggiungere spiegazioni o
commenti?
É stato reso formalmente noto alle
Procure della Repubblica di Potenza e Napoli, che dal più grande giacimento
petrolifero dell'Europa continentale, sotto il suolo Lucano, insieme col
petrolio, vengono estratte decine di migliaia di tonnellate di “gas-stream” di
cui non si conosce il destino. Ma nella terra dei misteri, non esiste nemmeno il
contatore che misura le quantità di greggio estratto, queste domande non
meritano nemmeno una risposta.
Migliaia di giovani hanno
scelto di abbandonare questa terra ed i genitori coscienziosi è questo che
consigliano ai propri figli: partire per non tornare.
Allora bisogna chiedersi se
vale ancora la pena di restare, se vale la pena di scrivere quando tanti
tacciono o, peggio, prestano la penna al valvassore di turno che gli lancerà un
tozzo di pane per sopravvivere (e nemmeno tanto grande!).
Certo, ad evitare
entusiasmi da “scampato pericolo” di siffatti cialtroni, siamo consapevoli che
non potremo lasciare la Lucania, abbandonare il campo, prima di aver terminato
quanto abbiamo iniziato. Poiché siamo cavalieri d'antico e indomito cuore e
non ci ritireremo se non quando i nostri figli potranno tornare e
ricostruire dove loro hanno depredato, distrutto e cancellato. Ma non ci vorrà
ancora molto.
Nicola Piccenna, alias Filippo
de Lubac
www.toghelucane.blogspot.com