SOGNI
Presi dal vento, nel triste aer bruno,
Cadono i sogni miei ad uno ad uno,
quanto rimpianto nel vederli andare,
così, senza perché, in fondo al mare.
Sognava il cuore le sue dolci fole,
e voi nasceste: c'era tanto sole.
Cantavano i ruscelli: oh primavera,
di dolcezza infinita messaggera!
Vestivate d'azzurro in sulla sera,
quando il desio diventa una preghiera,
e le fatine capricciose e belle,
alitavano pulviscolo di stelle.
Sulle vostre ali, l'anima vagava,
cercando sempre, ciò che non trovava,
ed ogni vol costava una ferita,
una graffiata nell'ascesa ardita.
Colla tempesta che non si ferma più,
spariti sono i sogni, ormai laggiù,
eppur nella tristezza che li ammanta,
una voce nel cuor, ancora canta.
(Emilio Gallicchio)
2 commenti:
per fortuna ne è rimasto il canto
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