domenica 24 gennaio 2010

Per le prossime elezioni regionali.

IL 13 Dicembre 2009 è entrato in vigore il nuovo orario ferroviario valido anche per la Basilicata. Grande enfasi, non solo da parte di chi ha sottoscritto l'accordo regionale, ma anche dei giornalisti che hanno riportato la notizia. Eppure mi sembra che i problemi siano esattamente gli stessi del vecchio orario. In alcuni casi si sono forse aggravati.
Cito, a titolo di esempio, il buco creatosi da Foggia a Potenza fra le 14:11 (quando parte il reg. 3533) e le 16:52 (partenza del rapido dell'ex assessore Loguercio num, 3537). Quasi tre ore senza che ai treni EScity 9803 e 9807 (provenienti da Nord) e 9826, 9828, 9830 e 9854 (provenienti da Bari) e all'IC 613 ( Venezia-Bari) venga data adeguata corrispondenza verso la Basilicata. Aggiustamenti di orario sono sempre possibili, ma non per i treni. L'unico aggiustamento infatti è stato ottenuto con l'autobus PZ309 ritardato alle 22:40 (invece che 22:15) che ora aspetta l'EScity 9819.
E anche i già citati "rapidi" perdono di senso in quanto tutti gli EScity di passaggio a Foggia sono posticipati di mezz'ora rispetto al vecchio orario. Risultato? Se prima a Foggia si aspettava venti minuti, ora si aspetta quasi un'ora. Senza che sulla tratta Potenza-Foggia ci siano significativi vantaggi per quanti decidesso di salire sui tanto vantati rapidi.
Per il resto sono solo slogan pubblicitari, come le ALn668 "ripellicolate" con le immagini della Basilicata. Nè l'assessore Loguercio nè l'attuale assessore, dottor Rocco Vita, sono riusciti ad avere da Trenitalia una misera biglietteria automatica a Potenza Centrale. Non una che sia una!

Ma che la situazione della Basilicata sul versante infrastrutture e trasporti non sia delle migliori è cosa ormai nota e non riguarda solo il trasporto ferroviario. Da decenni si discute della SS658 Potenza-Melfi e del suo adeguamento che a mio avviso diventa questione prioritaria per la scia di lutti che lascia sull'asfalto. Eppure nulla si muove. Solo chiacchiere che puntuali si fanno ad ogni incidente mortale.

I miei concittadini hanno la memoria corta. Dimenticano presto le promesse fatte dai politici che governano questa Regione da sempre. Una bella sintesi dei problemi irrisolti della Basilicata la fa Gianfranco Visetti, autore di EX ITALIA: "La Basilicata, venduta come modello della modernizzazione meridionale, è la regione italiana dove negli ultimi due anni ha chiuso il maggior numero di imprese. Detiene, in percentuale, il record dei posti di lavoro perduti. Segna l' esodo più massiccio di emigrati negli ultimi tre anni e il più drammatico crollo demografico del Sud. È l' unica regione dove sono negativi sia il saldo naturale sia quello migratorio. In pochi mesi hanno perduto il lavoro oltre 7 mila persone, strappando al Piemonte il primato dei giorni in cassa integrazione. In tre anni si è passati da un crescita del 3% ad un recessione dell' 1%. In nessun luogo l' indebitamento delle famiglie è esploso del 50%. Le imprese in crisi, da gennaio, sono 152, seimila i lavoatori in mobilità, ottomila i posti a rischio entro la primavera".

Ed ancora, parlando delle nostre risorse dice:"Naviga sul giacimento petrolifero di terra più ricco d' Europa, vanta il bacino idrico più generoso del continente, la diga più imponente(...). Tra Viggiano e Sant' Arcangelo scorre l' 80% del petrolio italiano, oltre il 10% del fabbisogno nazionale. Le compagnie pagano localmente le royalties più basse del pianeta: 7%, contro il 50% di Paesi arabi e America del Sud.
La cassaforte delle risorse naturali italiane, che i paesani chiamano amaramente "Lucania saudita", consumata per riprodurre il sistema del ricatto ai miserabili. «Milioni di euro - dice l' economista Pietro Simonetti - per sagre, lampioni, convegni e centri per il recupero dell' arpa. Potremmo finanziare lo sviluppo, tagliare i costi locali dell' energia, abbattere i tassi dei mutui, riconvertire le imprese, rifondare un modello economico capace di unire il Meridione attorno alle sue risorse secolari".
Cosa resta alla Basilicata del petrolio? Resta un monitoraggio ambientale (qualità dell'aria) che si limita a pochi parametri, tutti ottimi. Eppure già nel 2004 una rivista scientifica internazionale aveva pubblicato i risultati delle analisi sul miele della Val d'Agri. Cosa avevano trovato? Ecco l'elenco: Ethanol Hexane, Benzaldehyde, Benzeneacetaldehyde, 1-Octanol, Nonanal, Lilac aldehyde A, Lilac aldehyde B, Lilac aldehyde C, Nonanol, Decanal, Heptadecane, Nonadecane, Tricosane, Tetracosane, Pentacosane, Heptacosane, Octacosane, Heneicosane, Benzaldehyde, Benzeneacetaldehyde, Nonanol, 2-(1-Methylethyl)-5-methyl-cyclohexanol, Decanal, Lilac alcohol D, 1-Decanol, 3-Phenyl-2-propenal, exo-Bornyl acetate, Tridecane, N,N-Dibutylformamide, 8-Hydroxylinalool, 2,2-Dimethyl-1-(2-hydroxy-1-methylethyl) propyl 2-methylpropanoate, 2-Ethyl-3-hydroxyhexyl 2-methylpropanoate, Neryl acetate, Dodecanal, Cedrene, Amorphene, 6,10-Dimethyl-5,9-undecadien-2-one, 2,6-Di-t-butyl-4-hydroxy-4-methyl-2,5-cyclohexadien-1-one, 4-Methyl-2,6-di-t-butylphenol, Methyl dodecanoate, Lilial, 1-Butylhexylbenzene, 1-Propylheptylbenzene, 1-Ethyloctylbenzene, Hexadecanal, 1-Methylethyl dodecanoate, 1-Pentylhexylbenzene, 1-Butylheptylbenzene, 1-Propyloctylbenzene, 2-Phenylmethyleneheptanal, 1-Ethylnonylbenzene, Heptadecane, 1-Methyldecylbenzene, Methyl tetradecanoate, 1-Pentylheptylbenzene, 1-Butyloctylbenzene, 1-Propylnonylb. Forse, nel miele della Val d'Agri c'è anche il miele!

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