lunedì 12 aprile 2010

Quando è meglio scrivere di Aglianico, paccheri e parenti lontani.

caro gianturco, ma il suo è un ben strano modo di ragionare. lei cita a mio sfavore il tribunale di potenza che invece avalla in sostanza la mia tesi - la basilicata delinque anche meno della val d'aosta - ma poi dichiara la sua fede - che di fede si tratta vista l'inesistenza di numeri - nell'esistenza della mafia nella nostra regione.

ma almeno non mi faccia dire cose che io non ho mai detto. mai parlato per es. di isola felice - i problemi della basilicata sono enormi. né capisco, in questa discussione, cosa c'entri l'emigrazione dei giovani.

a questo punto non ho altro da ribadire. se le fa piacere pensarla così si accomodi pure.
gaetano cappelli

Caro Cappelli,
non ho mai citato a sfavore il Tribunale di Potenza che avalla invece la Sua tesi. Citavo infatti la Relazione annuale del Ministero degli Interni sulle droghe che è cosa ben diversa. I Tribunali parlano con le sentenze; e quelli lucani dicono di oltre duecento processi per MAFIA. La stessa relazione, che tutti possono leggere e scaricare (sul blog alla voce download) parla di piccoli numeri, seppur in aumento: ma si tratta di DROGA, non di MAFIA! In ogni caso ognuno ci vede -o non ci vede- quello che vuole. Anche quando la stessa relazione inizia con "La criminalità organizzata lucana denominata i Basilischi ha mostrato il volto di una vera mafia". E prosegue parlando di collusione con la massoneria e con il potere politico per spartirsi i finanziamenti europei e pubblici. Questo, caro Cappelli, preferisce ignorarlo leggendo solo dei piccoli numeri (che sempre di droga parlano!).
E sulla vicenda Elisa Claps faccio mio il pensiero di un amico giornalista il quale così ha commentato: se Cappelli pensa che sia solo una indagine mal fatta, perchè non va da Gildo Claps e lo dice?
L'emigrazione da anni sessanta non c'entra nulla con la discussione in oggetto, questo è corretto. Infatti è indicata come PS, Post Scriptum. Nella Basilicata senza mafia (ma nemmeno felix), con tanti problemi che non è dato sapere per Cappelli quali siano, si emigra.

giovedì 8 aprile 2010

Dialogo con Gaetano Cappelli, scrittore: controreplica.

Caro Cappelli,
mi scuserà della tardiva controreplica alla Sua cortese risposta del 23 Marzo ma il tempo fugge e non ci si fa caso.
Au contraire, ogni giorno che passa emergono nel caso di Elisa Claps quelle reticenze, omertà e complicità che io oso definire mafiose perché orientate a "conseguire o conservare, con ogni mezzo lecito ed illecito, i propri interessi particolari a danno di quelli pubblici" (Diz, italiano Zanichelli alla voce mafia). L'interesse pubblico in questo caso era quello di Giustizia. E in alcuni casi le imperizie degli investigatori (dal sequestro dei vestiti di Restivo ai tabulati telefonici) io temo siano volute. Per dirla con Pier Paolo Pasolini: "Io so. Ma non ne ho le prove".
Quanto al resto, che vi sia una quinta mafia in Italia, quella dei Basilischi, è cosa accertata anche dal Tribunale di Potenza. E sull'argomento fioccano libri che ne parlano abbondantemente: Le cito quello di Pantaleone Sergi (Gli anni dei Basilischi, Franco Angeli editore 2003) e quello di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso (Fratelli di sangue, Mondadori).
Oltre al fatto che in Basilicata vi sono oltre duecento sentenze con condanne definitive per 416bis, associazione a delinquere di stampo mafioso. Duecento processi: presumo che le persone condannate siano molte di più. E non mi pare poca cosa per una regione che conta meno di seicentomila persone.
Spero di vederla a Milano in occasione della presentazione di un Suo libro.


oddio i basilischi! ma non era il il film della wertmuller? caro gianturco,
lei può davvero credere a quello che vuole. di libri se ne scrivono tanti -
pensi a quelli sugli ufo e i misteri dei templari. e i testi che lei cita,
oltretutto, andrebbero un po' aggiornati. una delle cinque mafie, per
esempio, c'era una volta e adesso non c'è più - sto parlando della sacra
corona unita. quanto alla mafia basilisca... quella non c'è mai stata. che
in basilicata ci sia e ci sia stato qualche delinquente non sarò certo io a
negarlo, ma la mafia, le ripeto, è un altra cosa. lo dicono le statistiche:
siamo una delle regioni più tranquille e sicure d'italia - al pari per dire
della val d'aosta, ma con meno suicidi.

il nostro problema è che siamo al sud. per cui, un omicidio mal investigato
ed ecco spuntare lo spauracchio della mafia. prendiamo un esempio il caso di
via poma, un caso lontano nel tempo ma tornato d'attualità proprio in questi
giorni. lì c'è un evidentissimo caso di depistaggio. il portiere-suicida
vanacore copriva quasi certamente qualcuno - un uomo di potere. anche in
questo delitto, come per quello della povera elisa claps, sono state
condotte malissimo: ma ha mai sentito parlare di mafia? qui entra in gioco
una forma neanche tanto larvata di razzismo... e che anche lei, che dal
cognome mi sembra lucano, non se ne renda conto mi lascia pensare.
ossequi

Caro Cappelli,
non solo sono lucano, ma appartengo -con orgoglio- a quella che viene definita la Nazione Aviglianese come giustamente si desume dal mio cognome.
E' vero, di libri se ne scrivono tanti ma se ne leggono pure pochi. Questo è il problema di noi lucani: l'ignavia. Leggiamo poco, che si tratti di libri o di giornali.
Quanto al resto, non sono io o libri che Le citavo a parlare dei Basilischi come "mafia" bensì i Tribunali che amministrano la Giustizia "in nome del popolo". Compreso, naturalmente, il Tribunale di Potenza.
Non solo, il Ministero degli Interni, nella relazione 2008 relativa al contrasto alla droga, a pag 189 (parte quarta) così parla della Basilicata: "La criminalità organizzata lucana denominata Basilischi
ha mostrato il volto di una mafia violenta, radicata nel territorio, capace di fare proseliti e costruire consenso. È collusa con il potere politico e protesa verso i centri massonici occulti pronta a spartirsi i ricchi affari che nascono dai finanziamenti comunitari e pubblici. È una mafia che ha emulato nei riti di affiliazione la ‘ndrangheta calabrese. Per quanto riguarda i traffici di droga, in questa regione si registrano reati legati allo smercio, peraltro alquanto limitato e riguardante più che altro i centri urbani più grossi. I rifornimenti di droga sono spesso legati a soggetti appartenenti alla criminalità pugliese oltre a gruppi emergenti locali. Come lo scorso anno la Basilicata è la regione che ha avuto, dopo la Valle d’Aosta, il minor numero di operazioni, di sequestri di droga e di denunce. Del resto, la particolare posizione geografica e la limitata presenza di scali aerei e marittimi, che in genere costituiscono i principali terminali dei flussi degli stupefacenti, tagliano fuori questo territorio dalle relative rotte".
E però va benissimo. Io continuo a sostenere che la mafia in Basilicata c'è, Gaetano Cappelli che siamo la Lucania felix (con emigrazione da anni sessanta, nota a margine).
Saluti.

mercoledì 7 aprile 2010

Un caffè con Roberto Speranza?

Caro Roberto,
le elezioni amministrative sono passate, in Basilicata come prevedibile il PD ha vinto e riconfermato De Filippo (De Filippo il Bello ironizza qualcuno) alla Regione.
Mi sarei aspettato commenti più sobri da parte di vincitori e vinti.
Tu stesso hai sottolineato, ascoltavo proprio adesso lo speciale di Basilicatanet, come abbia vinto ancora una classe dirigente autorevole. Ed io ancora una volta a scuotere la testa incredulo. Di quale classe dirigente autorevole parliamo? Sempre quella del Consorzio Seta Basilicata? Posso garantirti che il popolo lucano è un popolo sottomesso al ricatto: il ricatto ai miserabili. Non sono generiche affermazioni di uno che vive e vota a Milano, ma di uno che conosce anche la realtà della propria amata regione per averla vissuta in prima persona. Sai che anche l'ultimo dei consiglieri provinciali (PD) riesce a promettere quattro o cinque assunzioni in Provincia? E se un candidato consigliere provinciale promette quattro o cinque assunzioni, cosa debbo pensare degli altri?
Due o tre anni fa il settimanale materano IL RESTO uscì con questo titolo "(noi cittadini lucani) seduti sul petrolio e vestiti da straccioni". Nonostante le roboanti dichiarazioni del neo eletto De Filippo questo siamo: vestiti da straccioni. Sempre gli stessi i discorsi, Roberto: royalties al 7% (portate al 10 dal Governo del caro Silvio) quando nei paesi centro e sudamericani o arabi si arriva al 50. "Povera Patria, uccisa dagli abusi del potere, da gente infame che non sa cosa è il pudore"! E dell'inquinamento vogliamo riparlare?
Qualche giorno prima delle elezioni, prima LA STAMPA e poi il CORRIERE DELLA SERA hanno presentato ai lettori (ed elettori) un resoconto della sanità nelle regioni. La Basilicata aveva una bella maglia nera, superata solo dalla Calabria. Sarebbe questo il risultato ottenuto da quella classe dirigente autorevole?
Ho appena guardato i dati dell'ISTAT sulla popolazione residente al 1 Gennaio. Anno 2005: 596.546 residenti; anno 2006: 594.086; anno 2007: 591338; anno 2008: 591.001; anno 2009: 590.601. Come ho già avuto modo di dirti, i lucani scappano, nonostante l'autorevole classe dirigente. E secondo te Roberto perché?
Il 22 c.m. ritorno in Basilicata per qualche giorno. E' ancora valido il tuo invito per discuterne? Davanti ad un bel caffè?
Saluti,
NOTA DEL 18 APRILE.
Roberto Speranza, avendo scoperto (nella mia prima mail) che non voto in Basilicata e nemmeno PD, tace. Evidentemente perchè non sono un elettore indeciso da convincere.

lunedì 5 aprile 2010

Dialogo con Gaetano Cappelli, scrittore.



Caro Cappelli,
ho letto interessato l'articolo apparso Domenica scorsa (21 Marzo) sulle pagine del Corriere della Sera a proposito del giallo Elisa Claps. Mi permetterà di dissentire su un punto e cioè quando si dice che la mafia in Basilicata non esiste. La trovo affermazione qualunquista e molto lontana dalla realtà.
Ben 19 anni or sono, il Procuratore generale della Corte di Appello di Potenza Gennaro Gelormini in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario il 12 Gennaio del 1990 così diceva: "La Basilicata non è più terra che possa rimanere coperta da una considerazione fallace di quiete, perché è illusoria l'idea che si tenga lontana, a mo' di oasi, dalla stretta di Campania, Puglia e Calabria o che non abbia acquisito quella mentalità verso certe forme di criminalità ricorrenti dappertutto". In Basilicata vi sono "sintomi certi ed univoci di comparsa della criminalità economica ed organizzata".
Ancora prima, nel 1982, Pietro Simonetti ebbe a dire che: " è in atto un'importazione di spezzoni di organizzazioni camorristiche dalla Puglia, dalla Calabria e dall'avellinese, che controllano l'impiego nel dopo terremoto di non meno di diecimila lavoratori nel potentino".
Ed il Consiglio Regionale che "la Basilicata non può ritenersi per destino acquisito, per forza aprioristicamente assunta, immune, lontana ed esente dal verificarsi e dal diffondersi di fenomeni, attività e forme delinquenziali e criminali che caratterizzano purtroppo la vita di altre regioni".

Elisa Claps è sempre stata a cento passi da noi. Quali reticenze, omissioni, depistaggi hanno permesso ciò? Non è forse mafia questo atteggiamento omertoso che ancora continua a premere come una cappa sulla città di Potenza e sulla Basilicata?

Cordiali saluti.


carissimo!
certo ognuno può pensarla come vuole. ma, al di à delle parole sono i fatti che contano. metta a confronto quello che è accaduto - i crimini che si sono commessi - in una qualsiasi delle regioni davvero mafiose nel lasso di tempo che ci separa dalla morte terribile della povera elisa che per fortuna rimane, a voler usare una locuzione frusta ma efficace, un caso più unico che raro, e mi dirà. quindi più che di coperture, omertà, reticenza io parlerei di estrema imperizia degli investigatori e di cieca fatalità - visto che appena a luglio era stata compiuta, proprio nella chiesa, un'altra ispezione ordinata questa volta dalla procura di salerno e condotta con strumenti ad altissima tecnologia. adesso però io penso che il colpevole abbia davvero i giorni contati. e con questa nota di ottimismo la saluto ringraziandola per la sua cortese attenzione
gaetano cappelli

venerdì 2 aprile 2010

Basilicata coast to coast: trailer film



Un film di Rocco Papaleo con A.Gassman, M. Gazzè, G. Mezzogiorno. Al cinema dal 9 Aprile.