mercoledì 27 luglio 2011

Le frazioni di Avigliano: origine dei nomi.

Dopo il periodo di splendore coincidente con la dominazione normanno-sveva e con la prima frazione del regno angioino, nel corso del XIV secolo i tre distinti feudi di Lagopesole, Montemarcone e Agromonte vengono abbandonati dai rispettivi abitanti, divenendo un unico vasto comprensorio disabitato che assume la denominazione di “feudo disabitato di Lagopesole”.
All’arrivo dei Doria (1531) il territorio era utilizzato quasi esclusivamente per l’allevamento del bestiame, data la ricchezza di pascoli, e solo marginalmente era coltivato dagli abitanti di Atella.
A partire dalla metà del secolo, grazie soprattutto alla lungimiranza del principe ereditario Marcantonio Doria Del Carretto, vengono messe in luce le molteplici potenzialità economiche di quel territorio.Il principe avvia innanzitutto il programma di espulsione dei coloni atellani dal feudo, lasciando così libero sfogo alla colonizzazione da parte dei cittadini di Avigliano.
Il territorio del feudo era suddiviso in due parti: il demanio e le difese. Queste ultime, in numero di sei, erano contraddistinte con i seguenti nomi: Monte Caruso, Sant’Angelo, Montemarcone, Nocella, Macchia e Castello. Esse formavano una specie di anello intorno al perimetro del feudo, ed erano denominate “difese” proprio perché nessuno poteva entrarvi per pascolare, seminare o legnare senza l’autorizzazione dell’amministrazione feudale.
In alcune contrade già si registra una discreta concentrazione di piccole masserie, tanto da indurle ad assumere il nome, o più frequentemente il soprannome del gruppo familiare più numeroso presente. Tra queste spicca la contrada di Filiano, sita nei pressi della piana di Iscalunga, così denominata a causa della massiccia presenza di massariotte condotte da esponenti della famiglia Pace, di cui Filiano era il soprannome che la contraddistingueva da altre famiglie aviglianesi aventi lo stesso cognome. Il medesimo discorso è valido per la contrada di Paoladoce, ove era ubicata la masseria di Pietro Sabia, di cui Paoladoce era il soprannome, e per la masseria di Cacabotte (oggi Badia Sant'Angelo), derivante il toponimo dal soprannome della famiglia Romaniello.
Come già accennato in precedenza, sono moltissimi gli esempi in cui il soprannome del gruppo familiare insediatosi in una determinata contrada, viene assunto come toponimo identificativo di quest’ultima. Sorgono così le borgate di Canestrelle (da Capocanestrelle, soprannome di un ramo della famiglia Telesca), Carciuso (Lorusso), Ciccolecchia (Santarsiero), Giardiniera (Sabia), Interluzzi (Santoro), Lazzi e Spilli (Sileo), Latte (Colangelo) Lella (Galasso), Masciangelo (Bochicchio), Marciello (D’Andrea), Meccadinardo (De Carlo), Miracolo (Summa), Moccaro (Mancusi), Nardella (Coviello), Patacca (Pace), Spinamara (Summa), Bancone (Sileo), Sarachelle (Santarsiero), Stagliuozzo (Coviello), Sassano (Giordano). Le grandi masserie della borghesia aviglianese diventano il fulcro di frazioni come Sarnelli, Vaccaro, Cascia, Gianturco, Masi, Luponio, Salinas, Don Ciccio; mentre i Possidente, forti di un elevato numero di nuclei familiari, daranno più tardi origine all’omonimo casale. Altre frazioni evocano nomi di insediamenti storici e di luoghi di culto, come Montemarcone, Sant’Angelo, San Nicola, Piano del Conte, Molino del Principe, Imperatore, Signore e Lagopesole; legati ad avvenimenti particolarmente infausti (Case Bruciate); o derivanti dalla natura del luogo, come Iscalunga, Montecaruso, Carpinelli, Pantani, Piano della Spina, le Serre, Sterpito, Torretta, Tuoppo e Vallone delle Canne. Più complesso è il caso di Dragonetti, riconducibile forse a Dragonetto, insolito nome di persona registrato ad Avigliano tra XVI e XVII secolo, e quello di Scalera, derivante - secondo Tommaso Pedio- da un’antica famiglia che aveva possedimenti anche in Val d’Agri e nel Salento, ma quest’ipotesi è tutta da verificare circa gli eventuali collegamenti con l’odierna frazione del comune di Filiano. La frazione Bufalaria era invece sorta intorno alla masseria delle bufale impiantata in quel luogo dai Corbo nella seconda metà dell’Ottocento.

(tratto da LE FRAZIONI DI AVIGLIANO NELL'ETA' MODERNA E CONTEMPORANEA di Francesco Manfredi, Pisani editore)

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