martedì 1 dicembre 2009

Il coltello aviglianese

Spesso i colleghi al lavoro chiedono "perchè hai un coltello nella tasca posteriore?" Io rispondo che è per il fatto di essere aviglianese...

Il coltello di Avigliano, comunemente conosciuto come "balestra", impreziosito con decorazioni in argento e ottone che le conferivano un certo valore non solo artistico,ha identificato per tutto l'Ottocento e parte del Novecento il carattere fiero e risoluto del popolo aviglianese, come attestato in una lunga casistica di riscontri documentari.


Si comincia con la seicentesca Relazione Ardoini: "Sono uomini forti di temperamento che resistono al lavoro, e per li più bruni di faccia alti, e grossi di corpo e di statura, e di presenza fiera, massime perché quasi tutti vanno rasi in testa, e con li mostacci larghi all'usanza galeotta, che li rende d'horribile aspetto, benché dolci nell'operazioni".
E ancora: "Li maritato sono zelanti dell'honore né ivi si sentono quelli eccessi dishonesti di Melfi, e non timerono anticamente quei cittadini di tagliare il capo a lor Padrone Caracciolo e ponergliela alla finestra a causa d'havergli voluto toccare nell'honore delle donne".
La "balestra" è un'arma a tutti gli effetti, ed è già considerata -nell'ambito delle manifatture di ferro - oggetto di pregio. Per l'approvvigionamento dell'argento e dell'ottone destinati alla decorazione del manico del coltello gli armieri si rivolgevano agli orefici d agli ottonari
È evidente che un manufatto di tale pregio doveva necessariamente avere un costo alquanto elevato. Tuttavia, la committenza era costituita dal ceto contadino e artigiano, mentre veniva completamente snobbato dai civili e dai galantuomini.
La "balestra" era un'arma del popolo, pronta ad essere impiegata, a seconda delle circostanze, per la difesa o l'offesa tanto dagli uomini quanto dalle donne. Queste, la ricevevano come regalo di fidanzamento dal rispettivo promesso sposo per meglio difendere il proprio onore, perpetrando un'usanza molto sentita almeno fino ai primi decenni del '900.

Tratto da "Basilicata Regione Notizie" (Francesco Manfredi)

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