giovedì 8 aprile 2010

Dialogo con Gaetano Cappelli, scrittore: controreplica.

Caro Cappelli,
mi scuserà della tardiva controreplica alla Sua cortese risposta del 23 Marzo ma il tempo fugge e non ci si fa caso.
Au contraire, ogni giorno che passa emergono nel caso di Elisa Claps quelle reticenze, omertà e complicità che io oso definire mafiose perché orientate a "conseguire o conservare, con ogni mezzo lecito ed illecito, i propri interessi particolari a danno di quelli pubblici" (Diz, italiano Zanichelli alla voce mafia). L'interesse pubblico in questo caso era quello di Giustizia. E in alcuni casi le imperizie degli investigatori (dal sequestro dei vestiti di Restivo ai tabulati telefonici) io temo siano volute. Per dirla con Pier Paolo Pasolini: "Io so. Ma non ne ho le prove".
Quanto al resto, che vi sia una quinta mafia in Italia, quella dei Basilischi, è cosa accertata anche dal Tribunale di Potenza. E sull'argomento fioccano libri che ne parlano abbondantemente: Le cito quello di Pantaleone Sergi (Gli anni dei Basilischi, Franco Angeli editore 2003) e quello di Nicola Gratteri e Antonio Nicaso (Fratelli di sangue, Mondadori).
Oltre al fatto che in Basilicata vi sono oltre duecento sentenze con condanne definitive per 416bis, associazione a delinquere di stampo mafioso. Duecento processi: presumo che le persone condannate siano molte di più. E non mi pare poca cosa per una regione che conta meno di seicentomila persone.
Spero di vederla a Milano in occasione della presentazione di un Suo libro.


oddio i basilischi! ma non era il il film della wertmuller? caro gianturco,
lei può davvero credere a quello che vuole. di libri se ne scrivono tanti -
pensi a quelli sugli ufo e i misteri dei templari. e i testi che lei cita,
oltretutto, andrebbero un po' aggiornati. una delle cinque mafie, per
esempio, c'era una volta e adesso non c'è più - sto parlando della sacra
corona unita. quanto alla mafia basilisca... quella non c'è mai stata. che
in basilicata ci sia e ci sia stato qualche delinquente non sarò certo io a
negarlo, ma la mafia, le ripeto, è un altra cosa. lo dicono le statistiche:
siamo una delle regioni più tranquille e sicure d'italia - al pari per dire
della val d'aosta, ma con meno suicidi.

il nostro problema è che siamo al sud. per cui, un omicidio mal investigato
ed ecco spuntare lo spauracchio della mafia. prendiamo un esempio il caso di
via poma, un caso lontano nel tempo ma tornato d'attualità proprio in questi
giorni. lì c'è un evidentissimo caso di depistaggio. il portiere-suicida
vanacore copriva quasi certamente qualcuno - un uomo di potere. anche in
questo delitto, come per quello della povera elisa claps, sono state
condotte malissimo: ma ha mai sentito parlare di mafia? qui entra in gioco
una forma neanche tanto larvata di razzismo... e che anche lei, che dal
cognome mi sembra lucano, non se ne renda conto mi lascia pensare.
ossequi

Caro Cappelli,
non solo sono lucano, ma appartengo -con orgoglio- a quella che viene definita la Nazione Aviglianese come giustamente si desume dal mio cognome.
E' vero, di libri se ne scrivono tanti ma se ne leggono pure pochi. Questo è il problema di noi lucani: l'ignavia. Leggiamo poco, che si tratti di libri o di giornali.
Quanto al resto, non sono io o libri che Le citavo a parlare dei Basilischi come "mafia" bensì i Tribunali che amministrano la Giustizia "in nome del popolo". Compreso, naturalmente, il Tribunale di Potenza.
Non solo, il Ministero degli Interni, nella relazione 2008 relativa al contrasto alla droga, a pag 189 (parte quarta) così parla della Basilicata: "La criminalità organizzata lucana denominata Basilischi
ha mostrato il volto di una mafia violenta, radicata nel territorio, capace di fare proseliti e costruire consenso. È collusa con il potere politico e protesa verso i centri massonici occulti pronta a spartirsi i ricchi affari che nascono dai finanziamenti comunitari e pubblici. È una mafia che ha emulato nei riti di affiliazione la ‘ndrangheta calabrese. Per quanto riguarda i traffici di droga, in questa regione si registrano reati legati allo smercio, peraltro alquanto limitato e riguardante più che altro i centri urbani più grossi. I rifornimenti di droga sono spesso legati a soggetti appartenenti alla criminalità pugliese oltre a gruppi emergenti locali. Come lo scorso anno la Basilicata è la regione che ha avuto, dopo la Valle d’Aosta, il minor numero di operazioni, di sequestri di droga e di denunce. Del resto, la particolare posizione geografica e la limitata presenza di scali aerei e marittimi, che in genere costituiscono i principali terminali dei flussi degli stupefacenti, tagliano fuori questo territorio dalle relative rotte".
E però va benissimo. Io continuo a sostenere che la mafia in Basilicata c'è, Gaetano Cappelli che siamo la Lucania felix (con emigrazione da anni sessanta, nota a margine).
Saluti.

3 commenti:

Giulia Viggiani ha detto...

Se anche gli intellettuali stentano a vedere, meglio a voler vedere, non ci sono molte speranze!

Domenico ha detto...

I lucani sono persone argute, simpatiche e ospitali, ma evidentemente troppo distratte: dimenticano i morti ammazzati nelle chiese per qualche decennio, salvo poi ricordarsene all'improvviso: "Avete trovato un cadavere nel sottotetto? Ah, sì...è vero, l'avevo visto anche io a gennaio e l'ho detto pure a Sua Eccellenza, ma poi mi è passato di mente" (A dire il vero il prete è brasiliano, ma i lucani non hanno l'esclusiva mondiale della disattenzione e quindi anche ai brasiliani è concesso in determinate circostanze fare i lucani).

"Sì, sì, è vero...il Parroco me lo aveva detto di questo cadavere. Ma con tutti gli impegni che abbiamo in Diocesi...".

Alla stessa maniera politici, intellettuali, giornalisti lucani si sono dimenticati della mafia. Una piccola distrazione, figlia dei nostri tempi. E d'altra parte, uno degli scrittori italiani più amati è Camilleri, che si è ispirato alla Sicilia e nei suoi libri della Sicilia ci ha messo tutto (il mare, il dialetto, il machismo, la pasta con le sarde, ecc.), ma guarda caso si è dimenticato proprio della mafia.

Perché la mafia, così come i morti ammazzati, è una cosa di cui conviene dimenticarsi.

In fin dei conti, i sottotetti che li hanno inventati a fare?

Domenico ha detto...

Errata corrige: ho letto adesso che il Vescovo di Potenza smentisce di aver saputo prima del 17 marzo del ritrovamento del corpo. Le notizie riportate da alcuni media erano quindi infondate. Meglio così, anche se queta buona notizia non è di per sé sufficiente a dissipare l'impressione di una cappa omertosa che aleggia su tutta la vicenda Claps. Derubricare tutto ciò a meri errori nelle indagini mi sembra un po' ottimistico. Ma spero di sbagliarmi anche stavolta.