lunedì 5 aprile 2010

Dialogo con Gaetano Cappelli, scrittore.



Caro Cappelli,
ho letto interessato l'articolo apparso Domenica scorsa (21 Marzo) sulle pagine del Corriere della Sera a proposito del giallo Elisa Claps. Mi permetterà di dissentire su un punto e cioè quando si dice che la mafia in Basilicata non esiste. La trovo affermazione qualunquista e molto lontana dalla realtà.
Ben 19 anni or sono, il Procuratore generale della Corte di Appello di Potenza Gennaro Gelormini in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario il 12 Gennaio del 1990 così diceva: "La Basilicata non è più terra che possa rimanere coperta da una considerazione fallace di quiete, perché è illusoria l'idea che si tenga lontana, a mo' di oasi, dalla stretta di Campania, Puglia e Calabria o che non abbia acquisito quella mentalità verso certe forme di criminalità ricorrenti dappertutto". In Basilicata vi sono "sintomi certi ed univoci di comparsa della criminalità economica ed organizzata".
Ancora prima, nel 1982, Pietro Simonetti ebbe a dire che: " è in atto un'importazione di spezzoni di organizzazioni camorristiche dalla Puglia, dalla Calabria e dall'avellinese, che controllano l'impiego nel dopo terremoto di non meno di diecimila lavoratori nel potentino".
Ed il Consiglio Regionale che "la Basilicata non può ritenersi per destino acquisito, per forza aprioristicamente assunta, immune, lontana ed esente dal verificarsi e dal diffondersi di fenomeni, attività e forme delinquenziali e criminali che caratterizzano purtroppo la vita di altre regioni".

Elisa Claps è sempre stata a cento passi da noi. Quali reticenze, omissioni, depistaggi hanno permesso ciò? Non è forse mafia questo atteggiamento omertoso che ancora continua a premere come una cappa sulla città di Potenza e sulla Basilicata?

Cordiali saluti.


carissimo!
certo ognuno può pensarla come vuole. ma, al di à delle parole sono i fatti che contano. metta a confronto quello che è accaduto - i crimini che si sono commessi - in una qualsiasi delle regioni davvero mafiose nel lasso di tempo che ci separa dalla morte terribile della povera elisa che per fortuna rimane, a voler usare una locuzione frusta ma efficace, un caso più unico che raro, e mi dirà. quindi più che di coperture, omertà, reticenza io parlerei di estrema imperizia degli investigatori e di cieca fatalità - visto che appena a luglio era stata compiuta, proprio nella chiesa, un'altra ispezione ordinata questa volta dalla procura di salerno e condotta con strumenti ad altissima tecnologia. adesso però io penso che il colpevole abbia davvero i giorni contati. e con questa nota di ottimismo la saluto ringraziandola per la sua cortese attenzione
gaetano cappelli

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